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L'Ordine degli Psicologi Lombardia organizza il Festival della Cultura Psicologica dal 12 al 21 Ottobre, che quest'anno avrà come tema conduttore "La ricerca del benessere". L'obbiettivo della manifestazione è avvicinare i cittadini alla psicologia e alla competenza dello psicologo, che non è un "incantatore di serpenti,", ma un professionista con una formazione scientifica frutto di numerosi anni di studio e formazione pratica, garantita dall'iscrizione ad un ordine professionale. Una delle finalità della manifestazione è proprio di dimostrare che lo Psicologo è un'esperto della mente e del comportamento umano, che si occupa di: - promozione del benessere psicologico, fornendo, al singolo, al gruppo e alle organizzazioni, gli strumenti utili a creare delle condizioni di vita che permettano il rispetto dell'individuo e lo mettano nelle condizioni di esprimere pienamente il proprio potenziale; - prevenzione del disagio psicologico, intervenendo in situazioni di rischio attraverso azioni ad hoc per evitare che il rischio si traduca in disagio conclamato; - sostegno e cura del disagio psicologico, con gli strumenti della consulenza psicologica, o delle tecniche psicoterapeutiche messe in atto dagli Psicologi con specializzazione. Nell'ambito della manifestazione sarà possibile partecipare ai momenti di workshop su tematiche di interesse comune e prenotare un colloquio gratuito con uno psicologo, che ti permetterà di avere un confronto con un esperto su una situazione di malessere personale o di un famigliare e ti orienterà alla strada migliore per risolvere il problema. La fragilità nell'anziano: la depressione e il deterioramento cognitivo. Nell'ambito delle sessioni di workshop, , la dott.ssa Abbinante presenterà il tema "La fragilità nell'anziano: la depressione e il deterioramento cognitivo". Il workshop si terrà il 21 Ottobre alle ore 17.30 presso lo Spazio del Sole e della Luna in via Ulisse Dini 7 - Milano.r effettuare modifiche. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante
Il Manuale di Disturbi Psichatrici (DSM IV-TR) definisce la Fobia Sociale come una paura marcata e persistente nel tempo di situazioni sociali o di performance, nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. Situazioni tipiche sono: - parlare o lavorare in pubblico; - iniziare una conversazione; - essere presentati ad altre persone; - essere al centro dell'attenzione; - fare e/o accettare complimenti; - dire e difendere la propria opinione; - partecipare a feste; - ...... Nelle situazioni sociali o di performance temute, gli individui con Fobia Sociale sono preoccupati di rimanere imbarazzati e timorosi di essere giudicati inadeguati, ansiosi, deboli, “pazzi” o stupidi. Tali circostanze provocano nel soggetto una forte attivazione viscerale (sudorazione intensa, tachicardia, rossore nel viso, malessere gastrointestinale, diarrea, nausea, tensione muscolare, .....), che, nei casi più gravi, può assumere le caratteristiche di un attacco di panico. Per tali ragioni il soggetto evita oppure sopporta con notevole ansia e disagio i momenti sociali o di possibile giudizio e spesso sviluppa una notevole ansia anticipatoria prima dell'esposizione alle situazioni temute. Da un recente studio di McManus et al. (2010) emerge un vero e proprio "modo di essere" delle persone con Fobia Sociale, caratterizzato da un senso di distacco (i soggetti riferivano di essere introspettivi e assorbiti dal proprio mondo e di avere difficoltà a guardare fuori da sè) con una connotazione emotiva fortemente negativa (pensiero di esser considerati stupidi, sensazione che tutto sia falso, incertezza circa le cause di un problema e paurosi sulle possibili conseguenze) e una coerente attivazione viscerale. I temi narrativi conseguenti a questa esperienza di sè sono temi legati alla vergogna e all'imbarazzo intensi e incontrollabili, che il soggetto deve nascondere a tutti i costi e che lo portano all'evitamento del mondo circostante e al progressivo isolamento. In situazioni sociali, quindi, queste persone sarebbero completamente assorbite da sè e dal timore di essere giudicate o di non essere all'altezza della situazione con grande vergogna, imbarazzo e scarsa attenzione alle circostanze reali in un circolo vizioso che continua ad autoalimentarsi. Altre caratteristiche associate spesso alla Fobia Sociale sono: - ipersensibilità alla critica; - difficoltà ad essere assertivi; - ridotta possibilità di supporto sociale; - scarse capacità sociali (es. scarso contatto visivo). Può accadere anche che le prestazioni scolastiche o lavorative siano danneggiate dalla difficoltà a parlare in pubblico, in gruppo, ai colleghi o alle persone in posizione di autorità e, nei casi più gravi, questi individui possono decidere di lasciare la scuola, essere disoccupati o possono avere problemi a trovare lavoro per la difficoltà di sottoporsi a colloqui di selezione. Diversi studi evidenziano che il disturbo sia molto stabile nel tempo ed emerga da una storia infantile di timidezza ed inibizione sociale, motivo per cui, nel DSM III, la diagnosi era fusa con il disturbo evitante di personalità, che condivide con la Fobia Sociale la marcata insicurezza sociale, il disagio e la timidezza. L'attuale DSM IV-TR, invece, opera una distinzione tra Fobia Sociale, considerata un disturbo d'ansia e disturbo evitante di personalità. TRATTAMENTO La Fobia Sociale ha una buona risposta al trattamento psicofarmacologico, che, però, da solo non basta a modificare il modo di fare esperienza di sè che caratterizza il disturbo, lavoro possibile solo attraverso un intervento di tipo psicoterapeutico. Per tale ragione la ricerca suggerisce che il trattamento sia integrato (psicofarmacologico e psicoterapeutico). Bibliografia - American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders. 4th ed., revised. Washington, DC: Author; 2000. - McManus, F. , Peerbhoy, D., Larkin, M., & Clark. D. M. (2010). Learning to change a way of being: An interpretative phenomenological perspective on cognitive therapy for social phobia. Journal of Anxiety Disorder, 24(6): 581–589. - Widiger, T. A., & Mullins-Sweatt, S. (2003).Mental Disorders as Discrete Clinical Conditions: Dimensional versus Categorical Classification. In: Hersen, Michel (Ed); Turner, Samuel M. (Ed), (2003). Adult psychopathology and diagnosis (4th ed.)., (pp. 3-35). Hoboken, NJ, US: John Wiley & Sons Inc, xiv, 706 pp. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante Le conquiste della ricerca scientifica e medica, lo sviluppo tecnologico e le migliori condizioni di vita hanno permesso che l'età media dell'uomo si sia notevolmente allungata. Si stima che l’aspettativa media di vita in Italia è attorno agli 84 anni per le donne e 79 anni per gli uomini, con in media un ultracentenario ogni 10.000 abitanti con un record nella città di Milano. Ma il cervello umano invecchia? Anche il cervello umano invecchia, ma è possibile contrastare il progressivo invecchiamento e la perdita dell'efficienza cognitiva agendo su alcuni fattori ambientali che influiscono sull'invecchiamento mentale come: - stile di vita: avere una vita attiva e stimolante rallenta i processi di invecchiamento cerebrale; - attività lavorativa: tenere il cervello in esercizio contrasta la perdita di abilità cognitive; - dieta: la dieta sana e l'esercizio fisico aiutano a ritardare i processi di invecchiamento mentale. Non soltanto è possibile contrastare l'invecchiamento mentale agendo sui fattori ambientali ma evidenze scientifiche mostrano che la stimolazione ambientale è in grado di generare fenomeni di compenso biologico. In tal senso la ricerca ha messo a punto una serie di protocolli di stimolazione cognitiva per persone con demenza per rallentare la progressione della patologia dementigena e preservare le abilità cognitive non ancora interessate dal processo dementigeno. Tanto più l'intervento riabilitativo di stimolazione cognitiva è precoce, tanto più il soggetto riuscirà a preservare le abilità cognitive nel tempo, mantenendo la propria autonomia. SETTIMANA DELLA PREVENZIONE DELL'INVECCHIAMENTO MENTALE Lo Studio di Psicologia Eufonia aderisce alla Settimana della Prevenzione dell'Invecchiamento Mentale promossa per i prossimi 17/22 Settembre 2012 con una check-up gratuito dell'efficienza mentale. Prenota il tuo check up gratuito compilando il form o contattando direttamente la dott.ssa Abbinante. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante In discussione al Senato della Repubblica un decreto di legge (DDL 3270) che applicato in campo sanitario rischia di moltiplicare in maniera esponenziale il numero di pseudo-professionisti che si occupano di salute e benessere. Diciamo NO al DDL che riconosce le pseudo-professioni a discapito del Diritto alla Salute dei Cittadini e della dignità professionale degli Psicologi! Il Tribunale di Milano si esprime in merito al dibattito sull'opportunità della figura del counselor non psicologo nell'offrire sostegno psicologico al cittadino. La sentenza ribadisce l'illeicità dell'insegnamento della pratica che prende il nome di counseling ai non psicologi. Bisogna diffidare, ed ora c'è anche una sentenza che ribadisce il concetto, da presunti counselor non adeguatamente formati per accogliere la domanda d'aiuto del cittadino. Come fare per sapere se ci si sta rivolgendo ad un professionista con una formazione adeguata? Consulta l'Albo Nazionale degli Psicologi per verificare che il professionista al quale ti sei rivolto o al quale stai per rivolgerti sia regolamente iscritto.
Dal mese di Giugno 2012 lo Studio di Psicologia Eufonia aderisce al protocollo d'Intesa stipulato tra l'Ordine Nazionale degli Psicologi e la Guardia di Finanza. Per i militari del corpo della Guardia di Finanza e per i familiari più prossimi (coniuge, figli, convivente) il primo colloquio di consultazione è gratuito e per i successivi colloqui sarà applicata una tariffa agevolata.
Le statistiche demografiche mondiali segnalano il progressivo invecchiamento della popolazione, con un ulteriore incremento del numero di anziani nel prossimo decennio. Questo aumento della popolazione anziana sarà accompagnato da un incremento di patologie neurodegenerative, le demenze, per le quali si stima un raddoppiamento delle diagnosi nello stesso decennio, con importanti oneri assistenziali a carico delle famiglie. Una recente indagine ISTAT in collaborazione con l'Università “La Sapienza” mostra come il fatto che la famiglia riceva aiuti di tipo formale (servizi privati di assistenza al malato anziano, assistenza domiciliare sanitaria e non sanitaria) non allevia l’impatto negativo della presenza di un familiare malato di demenza sulla salute dei suoi membri. La letteratura scientifica gerontologica, inoltre, suggerisce che il mantenimento del malato di demenza in famiglia è la strategia migliore per contenere il ritmo del decadimento e i costi assistenziali, e che intervenendo nelle fasi iniziali della patologia dementigena sia con il trattamento farmacologico sia con una specifica stimolazione cognitiva, si può rallentare il processo di deterioramento cognitivo, mantenendo più a lungo le autonomie funzionali. Bibliografia - Atti workshop “Generazioni che si formano e si incrociano: scelte di vita nel difficile contesto italiano”, Roma 15/16 Settembre 2011 (http://www.istat.it/it/files/2011/08/abstract-evento-15-16-ettembre.pdf). -MajaniG., De Isabella G., (2008), Caregivers: quale aiuto a chi aiuta? Giornale italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Supplemento di Psicologia Applicata alla Medicina del Lavoro e della Riabilitazione , XXX, 3. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante Culturalmente si associa la terza età ad una fase della vita caratterizzata da nostalgia e continuo ritorno con il pensiero ai bei tempi passati. C'è, nella cultura occidentale, una sorta di identità tra vecchiaia = tristezza.
Ma c'è una differenza tra l'anziano nostalgico e l'anziano depresso? Le statistiche mostrano che una depressione clinicamente significativa è presente nel 10% della popolazione anziana, valore che sale al 40% se si considerano anche le depressioni lievi. Il Documento di Consenso della Società Italiana di Psicogeriatria sottolinea come la depressione nella persona anziana sia fortemente invalidante ed espone l'anziano a sviluppare una condizione di fragilità e di disabilità. Gli studi scientifici, infatti, riportano chela probabilità di recupero della propria autonomia ed indipendenza nei soggetti anziani depressi è molto bassa e chel’anziano depresso ha una bassa aspettativa di vita (a due anni di distanza dalla diagnosi solo 1/3 si trova in buone condizioni di salute e oltre 1/5 è deceduto). A conti fatti, quindi, la presenza di depressione nell'anziano espone ad un rischio di sviluppare una condizione di disabilità. Questo ancor più se sono presenti altri fattori come impoverimento dei contatti sociali e riduzione nell’attività fisica. La principale conseguenza della presenza di una condizione di depressione nell'anziano è, quindi, l'instaurarsi di una condizione di disabilità fisica e sociale con il conseguente stato di dipendenza dai familiari coinvolti nella cura e assistenza all'anziano non autosufficiente, che si declina spesso in situazioni di sofferenza dei caregiver con sintomi di natura ansioso-depressiva. COME RICONOSCERE I SINTOMI? I sintomi della depressione nell'anziano vanno dai tipi sintomi della depressione adulta: - tristezza; - riduzione degli interessi; - perdita di piacere per le attività abituali; - disturbi del sonno e dell'appetito. La depressione nell'anziano può esordire anche con sintomi meno abituali: - senso di debolezza; - disturbi fisici; - dolori che non trovano spiegazione somatica; - ansia; - irritabilità; - palpitazioni; - aggressività; - perdita di controllo; - convinzione immotivata di essere danneggiato o ingiustamente osteggiato dagli altri. COSA FARE? Contatta un professionista che abbia esperienza nel trattare questo genere di difficoltà e che sia attento alla storia ed ai bisogni espressi dalla persona anziana. Vecchiaia non è sinonimo di tristezza! BIBLIOGRAFIA Blanchard et al. (1994). The nature of depression among older people in inner London, and the contact with the primary care. British Journal of Psychiatry, 164: 396-402. MajaniG., De Isabella G., (2008). Caregivers: quale aiuto a chi aiuta? Giornale italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Supplemento di Psicologia Applicata alla Medicina del Lavoro e della Riabilitazione , XXX, 3. Musicco, M. Bianchetti, A. Caltagirone, C., Mecocci, P., Pirfo, E., Salvioli, G., Senin, U., Trabucchi, M., Vampini, C. (2007). Il trattamento della depressione nell'anziano. Documento di consenso dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria. Psicogeriatria, I – Supplemento: 1-40. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante Per tutto il mese di Giugno 2012 lo Studio di Psicologia Eufonia propone un primo colloquio di consultazione GRATUITO!!! Compila il form di richiesta on line o chiama per fissare un primo appuntamento. |
dott.ssa Abbinante
È Psicologa Consulente presso l'UONPIA (Unità Operativa di NeuroPsichiatria dell'Infanza e dell'Adolescenza) della ASST Rhodense di Garbagnate Milanese nell'ambito del Programma Innovativo Regionale “Procedura Operativa dell'emergenza/urgenza psichiatrica in adolescenza”, dove si occupa di diagnosi e trattamento di disturbi psicopatologici con esordio in adolescenza. Si occupa di valutazione e trattamento di esordi psicopatologici nell'infanzia e nell'adolescenza, di interventi di supporto della genitorialità, di sostegno psicologico a persone con malattia cronica e di prevenzione ed intervento precoce nella fragilità dell'anziano. Argomenti trattati nel sito
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Marzo 2020
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