DOTT.SSA MARIA LUISA ABBINANTE PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
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DOTT.SSA MARIA LUISA ABBINANTE
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

Penso che sia stress...

6/1/2016

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Finite le tanto desiderate vacanze e ripreso il solito tran tran quotidiano, è alto il rischio di ritornare in fretta nell'occhio del ciclone dei mille impegni familiari e professionali, con un innalzamento dei livelli di stress che rischia di vanificare in breve tempo gli effetti positivi del maggiore riposo delle vacanze.

Cosa è lo stress? Come fare per non rimanere di nuovo sue vittime?
Lo stress è una risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso. Qualunque richiesta, anche la più banale, causa uno stress perchè richiede all'organismo di modificarsi ed adattarsi alla nuova condizione (sindrome di adattamento).
Di fronte ad uno stimolo stressante (stressor), il soggetto cercherà una forma di adattamento: valuterà l’evento che deve essere affrontato, cercando una strategia per farvi fronte. Se, nel breve termine, sarà capace di reagire alle pressioni cui è sottoposto, recuperando la condizione di equilibrio iniziale, le pressioni possono essere considerate positive: si parla di eustress o stress positivo. Se, al contrario, le condizioni sfavorevoli supereranno le capacità e le risorse del soggetto oppure saranno prolungate nel tempo, l’individuo diventerà incapace di reagire e offrirà risposte poco adattive: questo viene definito distress o stress negativo. Il distress è associato ad un vissuto di minaccia e può essere causato da una mancanza/carenza di risorse per far fronte al problema oppure da uno stress che dura a lungo nel tempo (stress cronico).
Contrariamente a quello che si può comunemente pensare, la totale mancanza di stress è negativa, poiché è associata ad una situazione di letargia, apatia, mancanza di entusiasmo, noia. In una situazione di benessere, infatti, l'individuo deve avere una minima fonte di sollecitazione, di eustress, che lo stimola. La presenza di stress positivo, di eustress, è associata ad una condizione di successo, positività, energia.

Come faccio a distinguere uno stress positivo ed uno stress negativo?
La percezione dello stress è fortemente soggettiva ed è mediata sia dalle caratteristiche dello stressor, che dalle caratteristiche e risorse del soggetto.
Tanto più la fonte di stress è intensa o prolungata nel tempo, tanto più questa causerà un disagio nelle persone.
Due persone nella stessa situazione, invece, avranno una capacità di fronteggiare lo stress completamente differente, che dipenderà dalle caratteristiche personali, che porteranno ciascuno a privilegiare un tipo di risposta piuttosto che altre, in base a ciò che sa fare meglio o alle proprie esperienze personali.
Un ruolo importante è, inoltre, svolto dagli gli apprendimenti, che determinano la possibilità di riproporre strategie che si sono già rivelate efficaci in passato.

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Ma che cosa è l'adattamento? In che cosa consiste?
Ogni volta che uno stressor perturba l'equilibrio, l'organismo cerca di ritrovare l'omeostasi, ovvero l'equilibrio perduto, attraverso reazioni fisiche, mentali, neurofisiologiche. Le possibili risposte allo stress possono essere:
  • resistenza: lo stress è tempestivamente fronteggiato con le proprie risorse, che, in breve tempo, neutralizzano gli effetti negativi dello stressor. Non ci sono ripercussioni e si ritorna alla situazione di benessere precedente.
  • resilienza: lo stress è fronteggiato con una reazione temporaneamente disfunzionale, fino a che l'individuo non individua una strategia che porta ad un nuovo adattamento. In questo caso lo stress rompe l'equilibrio precedente, ma l'individuo riesce a trovare una nuova forma di equilibrio e benessere, seppur diversamente da quanto era presente prima dell'azione dello stressor.
  • vulnerabilità: le risorse non sono sufficientemente “robuste, ridondanti e rapide” per superare lo stress, che causa una disfunzione persistente.
In una situazione di stress, quindi, l'obiettivo che l'individuo e l'organismo perseguirà, sarà la ricerca di un adattamento alla situazione.
L'adattamento è un'attività complessa e consiste nella messa in atto di azioni finalizzate alla gestione o soluzione dei problemi, alla luce della risposta soggettiva suscitata dagli eventi fonte di stress.
Le azioni volte ad accrescere l'adattamento potranno essere rivolte sia al soggetto, che modificherà qualcosa nel suo funzionamento attuale per consentire il raggiungimento di un nuovo equilibrio, sia all'ambiente, che sarà modificato o riorganizzato alla luce delle nuove esigenze.
Si parla di sindrome generale di adattamento proprio per indicare la risposta del soggetto ad una situazione di stress. Tale sindrome si articola in tre fasi:
  1. Allarme: l'organismo risponde agli stressors mettendo in atto meccanismi di fronteggiamento (coping) sia fisici che mentali, come l'aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna, del tono muscolare e del livello di arousal (attivazione psicofisiologica) per garantire una capacità di reazione più efficace.
  2. Resistenza: il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi della situazione stressante, producendo risposte ormonali specifiche, nel tentativo di recuperare il benessere.
  3. Esaurimento: se gli stressors continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica (ansia, depressione, disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno, disturbi sessuali, ...).

Suggerimenti per migliorare la capacità di far fronte allo stress al lavoro
  • Prenditi mezzo minuto di silenzio prima di incominciare la giornata lavorativa
  • Prima di incomiciare un compito impegnativo porta l'attenzione ai successivi 5 respiri
  • Resta in contatto con il mondo esterno durante la giornata (es. manda un messaggio al tuo partner o alla tuo/a amico/a)
  • Prendi una pausa a metà mattina e a metà pomeriggio
  • Premiati dopo un compito complesso o faticoso (es. un cioccolatino, un massaggio, una seduta dal parrucchiere, ...).
  • Instaura un rituale di chiusura a fine giornata (es. ascoltare la musica preferita, ...)
  • Usa il senso dell'umorismo

di dott.ssa Maria Luisa Abbinante
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Penso che sia stress... didott.ssa Maria Luisa Abbinante è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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Stress da rientro dalle vacanze: come combatterlo?

6/1/2016

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Ogni anno, alla fine delle vacanze si desidera che quella sensazione di benessere e relax conquistata non ci abbandoni tanto in fretta. Eppure alto è il rischio di riprendere quelle cattive abitudini che avevano portato all'esaurimento psico-fisico prima della partenza, tornando rapidamente a lasciarsi travolgere da mille impegni familiari e professionali.
​
Cosa fare per combattere lo stress della sindrome da rientro?
Il rientro dalle vacanze è vissuto, il più delle volte, come la fine del tempo da dedicare a sé, alo svago e al divertimento, oltreché alle cose che più ci piace fare.
Ma chi ha detto che in città non si possano ricreare delle situazioni simili a quelle che tanto hanno permesso il ristoro psico-fisico durante le vacanze? Questo è un pregiudizio comune, che rischia più di tutto di generare un cortocircuito di stress negativo.

Ecco che il primo obiettivo del rientro deve essere quello di organizzare delle occasioni positive, stimolanti e rilassanti: un week-end con gli amici, una cena nel locale preferito, un pomeriggio in spa, un aperitivo con le amiche, qualunque cosa
vi piaccia fare. Per stare bene le persone hanno bisogno di avere una minima fonte di sollecitazione, di eustress. La presenza di stress positivo è associata ad una condizione di benessere, successo, positività, energia, mentre la totale mancanza di stimoli è negativa, poiché, a lungo andare, genera noia e apatia. Passare il week-end sul divano a ricordare con malinconia il periodo di ferie è controproducente.
Secondo obiettivo sarà quello di favorire le attività all'aria aperta, come camminate al parco, giri in bici, escursioni nei dintorni. Durante le vacanze aumentano le attività all'aria aperta, che mettono in moto il corpo e favoriscono il relax e la possibilità di "staccare la spina" con il lavoro e gli impegni: perchè non provare a mantenere questa sana abitudine?
Terzo obiettivo sarà dedicarsi alla cura di sé, ad esempio preparando i piatti preferiti e riprendendo l'attività sportiva, beneficiando degli effetti positivi del movimento.

E al lavoro? Per mantenere nel tempo la condizione di rilassamento e benessere conquistata durante le vacanze anche al lavoro prova a:

  1. dedicare a te stesso mezzo minuto di silenzio prima di incominciare la giornata lavorativa;
  2. concentrarti su 5 respiri successivi, prima di incominciare un compito che richiede molto sforzo e concentrazione;
  3. premiarti alla fine di quel compito: basta anche soltanto un cioccolatino oppure attività gratificanti come un massaggio, una seduta dal parrucchiere, la tua cena preferita, ...;
  4. restare in contatto con il mondo esterno durante la giornata (es. manda un messaggio al tuo partner o alla tuo/a amico/a);
  5. prenderti una pausa a metà mattina e a metà pomeriggio (anche di pochi minuti);
  6. instaurare un rituale di chiusura a fine giornata: potresti provare a fare una passeggiata fino a casa, ascoltare la musica preferita, ....

Questi piccoli e apparentemente banali suggerimenti ti aiuteranno a concentrarti sul tuo benessere e a mantenere uno sguardo equilibrato sulle tue giornate, senza farti travolgere dalle richieste esterne. 


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    dott.ssa Abbinante
    È Psicologa Consulente presso l'UONPIA (Unità Operativa di NeuroPsichiatria dell'Infanza e dell'Adolescenza) della ASST Rhodense di Garbagnate Milanese nell'ambito del Programma Innovativo Regionale “Procedura Operativa dell'emergenza/urgenza psichiatrica in adolescenza”, dove si occupa di diagnosi e trattamento di disturbi psicopatologici con esordio in adolescenza.
    Si occupa di valutazione e trattamento di esordi psicopatologici nell'infanzia e nell'adolescenza, di interventi di supporto della genitorialità, di sostegno psicologico a persone con malattia cronica e di prevenzione ed intervento precoce nella fragilità dell'anziano.

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