Il Tribunale di Milano si esprime in merito al dibattito sull'opportunità della figura del counselor non psicologo nell'offrire sostegno psicologico al cittadino. La sentenza ribadisce l'illeicità dell'insegnamento della pratica che prende il nome di counseling ai non psicologi. Bisogna diffidare, ed ora c'è anche una sentenza che ribadisce il concetto, da presunti counselor non adeguatamente formati per accogliere la domanda d'aiuto del cittadino. Come fare per sapere se ci si sta rivolgendo ad un professionista con una formazione adeguata? Consulta l'Albo Nazionale degli Psicologi per verificare che il professionista al quale ti sei rivolto o al quale stai per rivolgerti sia regolamente iscritto.
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Dal mese di Giugno 2012 lo Studio di Psicologia Eufonia aderisce al protocollo d'Intesa stipulato tra l'Ordine Nazionale degli Psicologi e la Guardia di Finanza. Per i militari del corpo della Guardia di Finanza e per i familiari più prossimi (coniuge, figli, convivente) il primo colloquio di consultazione è gratuito e per i successivi colloqui sarà applicata una tariffa agevolata.
Le statistiche demografiche mondiali segnalano il progressivo invecchiamento della popolazione, con un ulteriore incremento del numero di anziani nel prossimo decennio. Questo aumento della popolazione anziana sarà accompagnato da un incremento di patologie neurodegenerative, le demenze, per le quali si stima un raddoppiamento delle diagnosi nello stesso decennio, con importanti oneri assistenziali a carico delle famiglie. Una recente indagine ISTAT in collaborazione con l'Università “La Sapienza” mostra come il fatto che la famiglia riceva aiuti di tipo formale (servizi privati di assistenza al malato anziano, assistenza domiciliare sanitaria e non sanitaria) non allevia l’impatto negativo della presenza di un familiare malato di demenza sulla salute dei suoi membri. La letteratura scientifica gerontologica, inoltre, suggerisce che il mantenimento del malato di demenza in famiglia è la strategia migliore per contenere il ritmo del decadimento e i costi assistenziali, e che intervenendo nelle fasi iniziali della patologia dementigena sia con il trattamento farmacologico sia con una specifica stimolazione cognitiva, si può rallentare il processo di deterioramento cognitivo, mantenendo più a lungo le autonomie funzionali. Bibliografia - Atti workshop “Generazioni che si formano e si incrociano: scelte di vita nel difficile contesto italiano”, Roma 15/16 Settembre 2011 (http://www.istat.it/it/files/2011/08/abstract-evento-15-16-ettembre.pdf). -MajaniG., De Isabella G., (2008), Caregivers: quale aiuto a chi aiuta? Giornale italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Supplemento di Psicologia Applicata alla Medicina del Lavoro e della Riabilitazione , XXX, 3. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante Culturalmente si associa la terza età ad una fase della vita caratterizzata da nostalgia e continuo ritorno con il pensiero ai bei tempi passati. C'è, nella cultura occidentale, una sorta di identità tra vecchiaia = tristezza.
Ma c'è una differenza tra l'anziano nostalgico e l'anziano depresso? Le statistiche mostrano che una depressione clinicamente significativa è presente nel 10% della popolazione anziana, valore che sale al 40% se si considerano anche le depressioni lievi. Il Documento di Consenso della Società Italiana di Psicogeriatria sottolinea come la depressione nella persona anziana sia fortemente invalidante ed espone l'anziano a sviluppare una condizione di fragilità e di disabilità. Gli studi scientifici, infatti, riportano chela probabilità di recupero della propria autonomia ed indipendenza nei soggetti anziani depressi è molto bassa e chel’anziano depresso ha una bassa aspettativa di vita (a due anni di distanza dalla diagnosi solo 1/3 si trova in buone condizioni di salute e oltre 1/5 è deceduto). A conti fatti, quindi, la presenza di depressione nell'anziano espone ad un rischio di sviluppare una condizione di disabilità. Questo ancor più se sono presenti altri fattori come impoverimento dei contatti sociali e riduzione nell’attività fisica. La principale conseguenza della presenza di una condizione di depressione nell'anziano è, quindi, l'instaurarsi di una condizione di disabilità fisica e sociale con il conseguente stato di dipendenza dai familiari coinvolti nella cura e assistenza all'anziano non autosufficiente, che si declina spesso in situazioni di sofferenza dei caregiver con sintomi di natura ansioso-depressiva. COME RICONOSCERE I SINTOMI? I sintomi della depressione nell'anziano vanno dai tipi sintomi della depressione adulta: - tristezza; - riduzione degli interessi; - perdita di piacere per le attività abituali; - disturbi del sonno e dell'appetito. La depressione nell'anziano può esordire anche con sintomi meno abituali: - senso di debolezza; - disturbi fisici; - dolori che non trovano spiegazione somatica; - ansia; - irritabilità; - palpitazioni; - aggressività; - perdita di controllo; - convinzione immotivata di essere danneggiato o ingiustamente osteggiato dagli altri. COSA FARE? Contatta un professionista che abbia esperienza nel trattare questo genere di difficoltà e che sia attento alla storia ed ai bisogni espressi dalla persona anziana. Vecchiaia non è sinonimo di tristezza! BIBLIOGRAFIA Blanchard et al. (1994). The nature of depression among older people in inner London, and the contact with the primary care. British Journal of Psychiatry, 164: 396-402. MajaniG., De Isabella G., (2008). Caregivers: quale aiuto a chi aiuta? Giornale italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Supplemento di Psicologia Applicata alla Medicina del Lavoro e della Riabilitazione , XXX, 3. Musicco, M. Bianchetti, A. Caltagirone, C., Mecocci, P., Pirfo, E., Salvioli, G., Senin, U., Trabucchi, M., Vampini, C. (2007). Il trattamento della depressione nell'anziano. Documento di consenso dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria. Psicogeriatria, I – Supplemento: 1-40. di dott.ssa Maria Luisa Abbinante |
dott.ssa Abbinante
È Psicologa Consulente presso l'UONPIA (Unità Operativa di NeuroPsichiatria dell'Infanza e dell'Adolescenza) della ASST Rhodense di Garbagnate Milanese nell'ambito del Programma Innovativo Regionale “Procedura Operativa dell'emergenza/urgenza psichiatrica in adolescenza”, dove si occupa di diagnosi e trattamento di disturbi psicopatologici con esordio in adolescenza. Si occupa di valutazione e trattamento di esordi psicopatologici nell'infanzia e nell'adolescenza, di interventi di supporto della genitorialità, di sostegno psicologico a persone con malattia cronica e di prevenzione ed intervento precoce nella fragilità dell'anziano. Argomenti trattati nel sito
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